Nel corso del ‘700 in Francia la patata non poteva essere coltivata perché giudicata tossica e accusata di trasmettere la lebbra.
Relativamente facile da coltivare rispetto al riso e al grano ha rappresentato la fortuna e l’alimento base di molte popolazioni che abitavano terreni disagiati come quelli montani.
Nella storia la patata ha salvato intere popolazioni dalle carestie, come i tedeschi nel 1645 e gli irlandesi anche se questi ultimi hanno avuto non pochi problemi per aver basato la loro cucina unicamente su un prodotto, nel 1800 una malattia colpì le patate dell’isola distruggendo interi raccolti e provocando la morte di un milione di persone per mancanza di cibo. Per questa ragione molti irlandesi furono costretti a emigrare negli Stati Uniti.
Le patate provengono dall’America del Sud e venne introdotta in Europa tra il XVI e il XVII secolo.
Le patate furono considerate anche un cibo afrodisiaco, visto che gli Irlandesi ne consumavano molte e avevano famiglie numerose.
In Italia la patata arrivò solo nel 1800 ma diventarono ben presto protagoniste di molte ricette della cucina italiana.
Come abbiamo visto le patate hanno molti vantaggi ma anche uno svantaggio è la solanina, sostanza velenosa che si sviluppa soprattutto quando le patate prendono luce e germogliano. La solanina è però presente soprattutto nella buccia che quindi deve essere accuratamente rimossa.
Riporto qui di seguito alcune delle principali qualità di patate con le relative caratteristiche:
Bintje: di origine Olandese la cui pasta ha un colore paglierino è molto adatta per le patatine fritte
Desirée : la cui polpa ha un colore rosso per cotture lunghe in forno o al cartoccio
Kennebec: dalla polpa bianca, più farinose, adatte alla preparazione dei gnocchi
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